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Lettere non recapitate ai destinatari

4/7

 


A Don Antonello Mennini - non recapitata

Ritrovata il 9/10/1990 nella base Br di via Monte Nevoso

 

Carissimo Antonello,

avrei da dire molte cose, ma le rimando perché meno urgenti. ci sarebbe da consegnare tre lettere importanti di persona e con molta urgenza.

1 l'Onorevole Piccoli. Dovrebbe essere tra molta confusione al suo ufficio nel gruppo parlamentare della Camera. Bisogna stanarlo e dargliela, dicendo che viene da me.

2 On. Renato Dell'Andro. Può essere all'albergo Minerva (mi pare proprio si chiami così, tutto di fronte alla chiesa) o al Ministero della giustizia o infine alla sede del Gruppo D.C. a Montecitorio. Se per dannata ipotesi, avessi sbagliato il nome dell'albergo, sappi che i due alberghetti di cui si tratta sono così: Chiesa Minerva Questo a destra è Dell'Andro

3 On. Pennacchìni potrebbe essere allo stesso Gruppo al suo nuovo ufficio di Presidente della Commissione parlamentare per i servizi d'informazione, di quest'ultimo non conosco la sede, che è però vicinissima alla Camera dove la conoscono. L'importante è che arrivi e arrivi subito.

Per semplificazione si può affidare a Dell'Andro, di persona, l'operazione Pennacchini. Quindi: partire da Piccoli, poi Dell'Andro, per suo tramite o direttamente, Pennacchini. In extremis, lasciare di persona a Dell'Andro per gli altri due sollecitandolo.

Se possibile, S.Em. Poletti potrebbe far osservare a S.S. che il Suo bellissimo messaggio, equivocandosi tra restituzione umanitaria e scambio dei prigionieri, si presta purtroppo ad essere utilizzato contro di me. Essenziale sarebbe dire ad Andreotti il sincero desiderio che le cose vadano nel modo desiderato da noi e cioè mediante scambio. Se si vuole il risultato, questa è la via. Altrimenti tutto s'incaglia. Grazie, benedicimi, proteggimi e voglimi bene. tuo

Aldo Moro


 

 

Don Antonello Mennini - non recapitata

Ritrovata il 9/10/1990 nella base Br di via Monte Nevoso

Scritta intorno al 24 aprile per il riferimento alla moglie.

 

Mio carissimo Antonello,

scusa se profitto così spesso di te. E' che sei non solo il più caro, ma il più utile e capace nella difficilissima situazione. 3 cose

I ho chiesto ieri a mia moglie (ma il messaggio sarà stato fatto passare? e le sue parole saranno state trasmesse?) che dica fermamente che invoca salvezza per me, nell'unico modo possibile, come tante altre volte è avvenuto, cioè di uno scambio di prigionieri. E poi commosse parole di circostanza. Il fatto che l'appello di mia moglie non arrivi mi allarma sulla salute sua, ma genera forse l'impressione che la famiglia sia più vicina alla linea ufficiale anziché a me, il che è falso.

II Vorrei raccogliessi notizie sulla salute di casa e ti tenessi pronto a rispondere, quando mi sarà possibile di domandartelo. Mi potrebbero scrivere qualche rigo? tramite te?

III ed è di particolare urgenza (precede le altre cose) prendere contatto telefonico con l'On. Dell'Andro (Ministero Giustizia) o con Sen. Rosa (Marina Mercantile) o Sen. Gui e Sen. Cervone, pregando di preparare bene la progettata riunione (a quanto sento) sulla mia disgraziata vicenda, tenendo contatto con gli altri amici e in particolare l'On. Misasi.

E' necessario avere una seria linea alternativa a quella del Governo, la quale riecheggi un po' la ispirazione socialista. Bisogna far capire che lo scambio è stato quasi sempre fatto quando erano in gioco ostaggi e a quelli dell'altra parte è stato dato riparo all'estero con esclusione dal territorio nazionale. Dì tante cose care a mia moglie e a chi vedi dei miei.

Benedicimi e aiutami nel Signore. Ti abbraccio forte Tuo

Aldo Moro

P.S. Un'ultima cosa urgente da dire a mia moglie, che faccia riscuotere subito a Rana alcuni assegni da me firmati in mansarda. E' necessario per evitare complicazioni ereditarie. Grazie. P.S. Dì al Card. Poletti che mia moglie purtroppo non sta bene. Che supplichi il Papa di fare di più, insistendo personalmente con Andreotti e non lasciandosi convincere dalla ragione di Stato. Altre volte è stata superata.


 

A Don Antonello Mennini - non recapitata

Ritrovata il 9/10/1990 nella base Br di via Monte Nevoso

 

Carissimo Antonello,

temo - e mi angoscia - che siano state, senza darne notizia, sequestrate lettere di affetto tra persone care in una situazione drammatica come questa. Alcune le ho ricostruite. Altre, contenenti alcune indicazioni chissà dove e come si potranno ritrovare.

Ho pensato dunque di unire il tutto, di chiamarti, di darti il pacchetto, perché lo tenga per te. Evidentemente sorpassando casa, si rischia (credo) la perquisizione. Terrai tutto per te e, a tempo debito, ne parlerai a voce con mia moglie, per vedere il da farsi.

Dovrebbe esserti di consiglio il mio ex capo gabinetto S.E. Manzari ora al Ministero degli esteri come capo ufficio legislativo, senza il cui consiglio non far niente. Anzi ti prego, a voce (abita in via Livio Andronico, non lontano da me) digli tutta questa vicenda perché la veda anche legalmente e ti aiuti a recuperare quel che fu sottratto.

Del nuovo nulla fino ad accordo con mia moglie e lui. Tieni tutto. Poi si potrà vedere. Bisogna essere certi che all'entrata in casa non si sia intercettati. Non mi pare giusto che s'impedisca in queste circostanze di parlare tra persone che si vogliono bene. Il fatto che tu te ne occupi mi tranquillizza. Aggiungi la tua preghiera, sempre cara e sempre valida.

Il Papa non poteva essere un po' più penetrante? Speriamo che lo sia stato anche senza dirlo. Benedicimi e aiutami. Ti abbraccio

Aldo Moro

le lettere fuori casa, essendo in zona, si potranno dare allerta però a Rana e Freato salvo non le ritirino personalm [...]   [...]questa frase è monca e di difficile lettura


 

A Don Virgilio Levi - non recapitata - 1978

Ritrovata l' 1/10/1978 nella base Br di via Monte Nevoso

La letterà per alcuni riferimenti ad articoli apparsi sull'Osservatore Romano dovrebbe essere stata scritta tra il 7 e l'8 aprile.

 

Signor Vice Direttore dell'Osservatore Romano,

prima di rispondere a chicchessia, ed in ispecie a persona della Sua autorità, sarebbe doveroso informarsi, andare fin nei dettagli, pesare ogni cosa. Ma come può adempiere ad un così elementare dovere una persona che sia nella mia difficile condizione, la quale, pur sentendo e capendo pochissimo nelle circostanze in cui si trova, ha però il dovere di non abbandonarsi, di reagire, di rettificare, di chiarire?

Mi è parso di cogliere in questi giorni, a quanto mi è stato riferito, una certa diversità di accenti nell'Osservatore Romano su un tema così complesso, con un indurimento finale però che sarebbe stato registrato con compiacimenti da quelli che potremmo chiamare i fautori della linea dura, quelli, in una parola, che accettano il sacrificio di vite innocenti, purché si sfugga, come si dice, ad ogni ricatto.

Con riserva di avere almeno approssimativamente capito, vorrei rispondere con alcune pacate osservazioni. E' certo naturale che la Chiesa si preoccupi della stabilità dell'ordine sociale e dell'ordine giuridico in ispecie. Essa è infatti in qualche modo partecipe della sorte dell'umanità e quindi del retto funzionamento degli istituti che la società si è dati, per raggiungere le proprie finalità.

Ma il fatto è che vi sono circostanze eccezionali, nelle quali il raggiungimento degli obiettivi normali risulta altamente costoso e va in particolare a detrimento di altri beni e valori, che, di per sé, meritano di essere tutelati.

Sapendo con certezza che, per giungere ad un certo risultato, devono essere compiuti sacrifici gravi o gravissimi e travolte cose che hanno un pregio in sé, sapendo che per raggiungere un fine di giustizia vite innocenti devono essere sacrificate, io credo che sia doveroso fermarsi un momento a valutare e comparare.

Credo che questa attenzione, questa trepidazione, questa delicatezza siano doverose per tutti, quale che sia la loro fede, per semplici doveri di umanità. E non si spiega così il fatto che Stati di diversa cultura, di fronte al fenomeno crescente del terrorismo, il più delle volte si siano fermati attoniti e poi abbiano deciso non in favore della regola astratta, ma della ragione di vita concreta?

Così avviene il più delle volte in questo mondo così civile e così incivile insieme, ma dove degli strappi sono ritenuti necessari per evitare guai peggiori. Io non posso certo dire nulla in un caso che mi riguarda, ma sono purtroppo sicuro che il prevalere di una regola di durezza, accada quel che accada, malgrado l'ottimismo di tanti, porterebbe nel nostro Paese, già così provato, giorni di estrema durezza e carichi d'incognite.

Perché, come ho detto più volte, si tratta qui di un fenomeno politico nel quale occorre andare più a fondo e, per farlo, forse ci dev'essere il momento per farlo. Si tratterebbe del resto di un evento da negoziare e misurare, con opportune garanzie, tali da assicurare la convivenza proprio mentre si rompe per un istante il cerchio infernale dell'azione e della reazione.

Considerazioni di questo tipo, a prescindere dalle mie condizioni ben pesanti e dalle gravi preoccupazioni per la famiglia, mi son permesso di sottoporle, sapendo che la Chiesa non sarà mai ultima a capire le ragioni dell'umanità. Chi lo pensa, non conosce la Chiesa.

Con fiducia e deferenza.

Aldo Moro


 

A Maria Luisa Familiari - non recapitata

Ritrovata il 9/10/1990 nella base Br di via Monte Nevoso

 

C’è anche una lettera per Zaccagnini, da portare in casa, vicino casa mia o a Piazza del Gesù con molte raccomandazioni.

Carissima Maria Luisa (Familiari) in questa, probabilmente inutile, corsa contro la morte, ricor­ro a te, col sistema dell’altro giorno, partendo questa volta da casa tua invece che dall’ufficio, dato il giorno festivo.

Si tratta di portare entro oggi domenica a destinazione queste lettere nelle proprie mani dei destinatari, o almeno quasi nelle lo­ro mani. Dato che è domenica andare a casa, assicurarsi, essere certi che sarà consegnata a breve scadenza, andare fuori se l’interessato fosse fuori in un posto definito e sicuro. Il più im­portante è l’on. Piccoli che abita non lontano da casa mia e in alternativa si potrebbe trovare (improbabile) nel suo ufficio a Montecitorio o più probabilmente a Piazza del Gesù.

Poi c’è l’on. Riccardo Misasi, Presidente della Commissione di giusti­zia, di cui non ho idea dove / possa abitare5. Se la Camera, da­te le circostanze, è aperta chiedere là o a Piazza del Gesù o al­la Segreteria on. Dell’Andro o al Ministero della giustizia. Queste frasi qui dette sono le più importanti.

Poi c’è quella in­dirizzata al Dott. Tullio Ancora, Via Livorno 44, non lungi da Piazza Fiume. Anche li dare a mano. Ce n’è poi una per il Presidente del Consiglio Andreotti che potrebbe essere recapitata al limite nella sua casa in Corso Vittorio Emanuele, non lon­tano dalla Chiesa Nuova. In mancanza di tutto anche in Piazza del Gesù.

C’è infine una per l’on. Craxi che credo abiti all’Albergo San Raphael presso il Panteon o in mancanza alla sede del P.S.I. in Via del Corso, con molte raccomandazioni. Scusami tanto, abbracciami tutti, vogli anche tu un po’ bene a Luca. E Dio ti benedica tanto e ti premi di tutto.

Aldo Moro


 

A Maria Luisa Familiari - non recapitata

Ritrovata il 9/10/1990 nella base Br di via Monte Nevoso

 

Carissima Maria Luisa,

quando dicevi che' temevi di perdermi, ci scherzavo su sor­ridendo, quasi che pensassi a non so quale mio fastidio del quale volessi liberarmi. Ed invece avevi ragione; avevi capi­to tutto. Cosi ora si compie. E molto triste che si disperda tutto quanto ha rappresentato un valore cosi grande. Rimangono, però, intangibili, il ricordo, l’amicizia, la preghiera, un saluto

Aldo Moro

magistero spirituale che dovrebbe restare, per guidare al be­ne cosi come è stato destinato a fare. C’è un incredibile stu­pore in me ed amarezza: direi: delusione. Che Iddio ti bene­dica, ti guidi per la retta strada, ti dia, con il bene, la felicità cui hai diritto.

I più affettuosi saluti

tuo Aldo Moro

p.s. Ricordami, con intensissimo affetto, agli indimenticabili amici Mimmo, Manfredi, Matteo, Gianni e Giovanna.

È per Maria Luisa Familiari Via De Viti De Marco 44 Roma

 

 

 

 

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